L’agricoltura a San Gregorio Matese
L’agricoltura a San Gregorio Matese: patate, fagioli e la secéna, il sapere contadino tra i monti
San Gregorio Matese, borgo incastonato tra le montagne del Massiccio del Matese, conserva ancora oggi un legame profondo con la terra. In un territorio montano dove l’agricoltura non ha mai assunto dimensioni estensive, le coltivazioni si sono sviluppate in armonia con la natura, seguendo ritmi lenti e stagionali. Tra le produzioni più significative emergono le patate, i fagioli e l’uso tradizionale della secéna, simboli di un’agricoltura semplice, ma profondamente radicata.
Le patate di montagna: coltura resistente, sapore deciso
La coltivazione delle patate è una delle attività agricole più diffuse e radicate. Si tratta di una coltura “povera” ma fondamentale, adattata perfettamente ai terreni sciolti e ben drenati della zona. I gregoriani continuano a piantare le patate seguendo metodi tradizionali: nessun diserbo chimico, solo zappa, sarchiatura, rincalzatura e raccolta manuale. Questo approccio, oltre a tutelare l’ambiente, garantisce un prodotto dal sapore pieno e autentico, perfetto per la cucina locale.
I fagioli del Matese: biodiversità in un baccello
Anche la coltivazione dei fagioli ha un ruolo importante nella piccola agricoltura del luogo. Nei terreni più riparati, al sole, si seminano varietà locali che si distinguono per la loro qualità e resistenza. Alcuni semi, conservati gelosamente da generazioni, rappresentano vere e proprie “memorie viventi” dell’agricoltura matesina. I fagioli sono ingredienti base per piatti rustici, come zuppe e minestre, e incarnano l’identità gastronomica del territorio.
La secéna: antichi saperi per il grano
Accanto alle colture orticole, un elemento quasi dimenticato ma ancora presente nella memoria collettiva è la secéna. Si tratta di una costruzione rurale in pietra e legno, utilizzata un tempo per l’essiccazione e la conservazione delle spighe di grano. La secéna era fondamentale per proteggere i raccolti dalla pioggia e dagli animali, favorendo una conservazione naturale prima della trebbiatura. Era un luogo simbolico, legato ai riti del raccolto, dove la comunità si ritrovava per lavorare insieme e tramandare antichi saperi.
Anche se oggi il grano viene coltivato in misura molto ridotta, la secéna resta una testimonianza concreta del passato agricolo di San Gregorio Matese, un piccolo “monumento del lavoro contadino”.
Un’agricoltura resistente e autentica
Quella di San Gregorio Matese non è un’agricoltura votata alla produttività, ma alla resilienza. È un’agricoltura che resiste, fatta di piccoli appezzamenti, di gesti antichi, di stagionalità rispettata. È anche un’agricoltura che racconta: racconta la fatica e l’ingegno, la semplicità e la bellezza di un mondo rurale che sopravvive tra i monti.
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